PUBBLICATO IL VOLUME SPECIALE - ARCHEOLOGIA E INFRASTRUTTURE. IL TRACCIATO FONDAMENTALE DELLA LINEA C DELLA METROPOLITANA DI ROMA: PRIME INDAGINI ARCHEOLOGICHE (2010)

    

Copertina
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SOMMARIO

 


Il Volume costituisce un primo rendiconto delle indagini archeologiche preventive svoltesi dal 2006 al 2009 lungo il Tracciato Fondamentale della nuova Linea C della metropolitana di Roma.
La linea, già segnalata nel Nuovo Piano Regolatore di Roma e lunga circa 39 km, con circa quaranta stazioni, è stata progettata con lo scopo di migliorare la mobilità urbana, riducendo il traffico veicolare a carattere privato, lungo la direttrice Nord–Ovest/Sud–Est della città.
Il percorso, ora nella cosiddetta prima fase attuativa dei lavori (affidata dal Comune di Roma alla Società di progetto Metro C Spca), parte dall’area di Prati (Clodio–Mazzini), passa nelle vicinanze di San Pietro, procede verso Corso Vittorio Emanuele, attraversa il Campo Marzio fino a piazza Venezia, da dove si dirige verso il Colosseo e la zona di San Giovanni, raggiunge poi i quartieri Pigneto, Centocelle e Alessandrino fino a Torrenova e alla stazione terminale di Pantano, appena fuori il limite Est del Comune di Roma, ricalcando nell’ultimo tratto quello della ferrovia suburbana ancora funzionante.
Nella realizzazione di questa importante infrastruttura, che attraversando quasi per intero una città complessa e ricca di beni culturali come Roma, ne intercetta inevitabilmente anche le preesistenze archeologiche esistenti nel sottosuolo, le Amministrazioni pubbliche competenti in materia di tutela si sono dovute relazionare sul piano operativo con i soggetti incaricati dell’esecuzione, sia determinando innovative scelte tecnologiche nella fase delle indagini preliminari, sia obbligando a varianti anche sostanziali rispetto al progetto originario (soprattutto in corrispondenza delle opere di collegamento con la superficie, cui si è dovuto talora rinunciare per la densità dei livelli archeologici sussistenti e/o individuati).
In sostanza, si evidenzia qui l’importanza dell’“archeologia preventiva” (ovvero l’anticipazione delle ricerche mediante scavi e sondaggi anche di limitata estensione già nel corso dell’elaborazione del progetto preliminare, al fine di limitare eventuali scoperte fortuite durante l’esecuzione di lavori per grandi opere pubbliche) e il conseguente riconoscimento pubblico del ruolo di questa disciplina nella ridefinizione di ogni contesto urbano o paesaggistico in aree o territori di intensa e prolungata frequentazione umana.
Si sono così potute affrontare ricerche altrimenti impensabili nel centro di Roma, con scoperte imprevedibili e talora anche di grande portata per l’urbanistica della città antica, soprattutto nel Campo Marzio (dove sono state riconsiderate le fasi costruttive dell’Euripus e le sue funzioni, oltre che l’assetto topografico della zona del cosiddetto Cenotafio di Agrippa, mentre un quadriportico monumentale in piazza di Sant’Andrea della Valle è stato verosimilmente riferito al ginnasio di Nerone) e ai margini di piazza Venezia, a ridosso del Foro di Traiano (dove è emerso il complesso del supposto Athenaeum adrianeo), o per la conoscenza dell’area meridionale del suburbio.
I vari capitoli del Volume, che seguono sostanzialmente da Nord a Sud l’andamento della stessa Linea C, illustrano tutte le attività di cantiere svolte, da considerare quindi come un mezzo anche di valorizzazione del patrimonio archeologico e artistico di Roma, oggi ulteriormente incrementato e di cui qui si è tentato di fornire un rapido rendiconto aggiornato per tutti coloro, specialisti o meno, interessati alle vicende che intersecano la vita sociale della città.

 


In copertina, al centro: Roma, piazza Venezia – Veduta dall’alto degli scavi per la realizzazione della linea C della metropolitana
(foto Metro C s.c.p.a.)