Francesco Gatta: «Pure ed il nome, e le ricchezze, e le grandezze svanirono come il fumo …». La dispersione della Collezione Peretti Montalto: nuove proposte e un inventario inedito del 1696 (Estratto dal fasc. 6)

    

Nel 1655 moriva a Roma il cardinal Francesco Peretti, l’ultimo discendente maschile della famiglia Montalto. In quell’occasione, l’incredibile collezione d’arte messa insieme dalla famiglia tra il 1580 e il 1655, che comprendeva oltre 400 dipinti, altrettante statue antiche e moderne e numerosi disegni, passava per via testamentaria all’abate Paolo Savelli Peretti, figlio della sorella di Francesco. Quest’ultimo, morto nel 1685, trasmise la collezione al fratello, il principe Giulio Savelli, il quale, per gli ingenti debiti accumulati dalla famiglia, fu costretto dalla Congregazione de Baroni a subastare, nel 1696, numerosi beni di provenienza Peretti, tra cui l’immenso complesso della Villa o Vigna Montalto di Termini, purtroppo oggi non più esistente poiché distrutto nel XIX secolo per la realizzazione della stazione ferroviaria centrale di Roma.
Partendo dal 1655, l’autore ripercorre le varie tappe relative alla dispersione della collezione Montalto, giungendo fino al XIX secolo.
Nell’articolo emergono alcune nuove proposte identificative di oggetti d’arte provenienti dall’illustre raccolta, tra cui alcuni dipinti del Cavalier d’Arpino, di Sofonisba Anguissola, di Luca Cambiaso, del Guercino ed un gruppo di sculture in bronzo di Giambologna e di Antonio Susini. L’autore pubblica inoltre l’inedito inventario della subasta del 1696, in cui vengono descritte le opere che all’epoca erano conservate nel complesso della Villa Montalto.

 


«Pure ed il nome, e le ricchezze, e le grandezze svanirono come il fumo …». The dispersal of the Peretti Montalto Collection: new proposals and an unpublished inventory of 1696

Cardinal Francesco Peretti, last male descendant of the Montalto family, died in Rome in 1655. Thereupon the incredible collection of art assembled by the family between 1580 and 1655, which comprised over 400 paintings, as many ancient and modern statues and a large corpus of drawings, passed by inheritance to the abate Paolo Savelli Peretti, son of Francesco’s sister. He died in turn in 1685, bequeathing the collection to his brother, Prince Giulio Savelli, who, as a result of the huge debts accumulated by the family, was forced by the Congregazione de’ Baroni to auction off numerous properties of Peretti provenance in 1696, including the huge complex of the Villa or Vigna Montalto di Termini, which unfortunately no longer exists, since destroyed in the nineteenth century to make way for Rome’s central railway station (Termini).
The author traces the various stages in the dispersal of the Montalto collection from 1655 to the nineteenth century. He also makes some new proposals for the identification of works of art from the famous collection, including paintings by the Cavalier d’Arpino, Sofonisba Anguissola, Luca Cambiaso, Guercino and a group of bronze sculptures by Giambologna and Antonio Susini. The author also publishes for the first time the inventory of the auction held in 1696, in which the works of art then preserved in the Villa Montalto complex are described.