Stefano Rezzi: L’edicola michelangiolesca della Cappella di Leone X a Castel Sant’Angelo: considerazioni sui rapporti proporzionali rilevati - (Estratto dal fasc. 133-134)

    

Questo articolo intende illustrare, in primo luogo, i rapporti proporzionali rilevati nell’edicola della cappella di Leone X, situata nel complesso di Castel Sant’Angelo a Roma, tradizionalmente attribuita a Michelangelo Buonarroti e considerata dalla critica come la sua prima opera architettonica, essendo stata progettata e realizzata, presumibilmente, intorno agli anni 1514-16.
Dopo aver descritto l’opera nella sua configurazione attuale, pervenendo così anche ad alcune considerazioni sull’elaborazione progettuale dell’edicola in relazione al contesto edificato della quale fa parte, l’Autore si sofferma sull’attribuzione a Michelangelo esaminando sia disegni di altri autori suoi contemporanei sia, in particolare, degli schizzi presenti in un foglio autorevolmente assegnato al Buonarroti (Oxford, Christ Church, n. 0992 v.). Infine, sempre nella prima parte dell’articolo, i caratteri stilistici e costruttivi dell’edicola vengono relazionati a quelli di altre opere michelangiolesche pressoché contemporanee o successive, al fine di evidenziare le affinità formali.
Il contributo illustra, quindi, i rapporti proporzionali che riguardano l’opera nella sua articolazione complessiva, individuando due rettangoli aurei sovrapposti (rettangolo  √5) che, nel definire le dimensioni dell’apertura centrale, caratterizzata da un’ampia finestra a crociera guelfa, sottolineano lo sviluppo d’insieme della parte intermedia dell’edicola, escludendo il basamento, la trabeazione e il frontone sommitale.
Inoltre, sempre nella parte dedicata ai proporzionamenti, l’articolo individua dei rapporti numerici basati sui primi numeri interi (1:3, 1:4, 1:10), che relazionano tra loro alcuni degli elementi architettonici costituenti l’opera.
Dall’insieme delle analisi sopra accennate emerge soprattutto –  secondo l’Autore – la misura di un Artista che, almeno in questa primissima fase della sua attività architettonica, si allinea con il proprio innovatore retaggio culturale di àmbito fiorentino, per rielaborare le consolidate acquisizioni del suo tempo più secondo criteri di “trasformazione nella condivisione” che di aperta frattura.


Michelangelo’s aedicule for the Chapel of Leo X at Castel Sant’Angelo: an examination of its system of proportions

The aim of the article is to describe the system of proportions that determines the aedicule on the exterior of the chapel of Leo X, situated within the complex of the Castel Sant’Angelo in Rome. Traditionally attributed to Michelangelo Buonarroti, it is considered his first architectural work; it was presumably designed and realized in the years 1514–16.
After describing the aedicule in its present configuration, the author discusses its attribution to Michelangelo, examining both the drawings of other contemporary architects and, in particular, the sketches in a sheet authoritatively assigned to Buonarroti (Oxford, Christ Church, no. 0992 v.). The first part of the article ends with a review of the stylistic and constructional characteristics of the aedicule, relating them to those of other nearly contemporary or later works of Michelangelo, in the attempt to show their formal affinities.
The article then describes the proportional relations of the aedicule in its overall articulation. It identifies two superimposed golden rectangles (rectangle √5) which define the dimensions of the central aperture, characterised by a broad cruciform window, and which emphasise the overall development of the intermediate part of the aedicule, excluding the lower plinth, upper entablature and triangular pediment.
Again in its part dedicated to the building’s system of proportions, the article identifies the numerical ratios based on integers (1:3, 1:4, 1:10) that determine the relations between some of the architectural components of the work.
What emerges from the sum of these analyses — according to the author — is the measure of an artist who, at least in this first phase in his architectural career, drew on own Florentine cultural background not to break with, but to embrace and at the same time transform, the consolidated architectural advances of his time.