Cecilia Martelli: I corali del Duomo di Pienza (Estratto dal fasc. 143)

    

Questo intervento offre un’indagine sul ricco complesso di libri corali del Duomo di Pienza, commissionati da papa Pio II Piccolomini come parte dei numerosi arredi destinati alla stessa cattedrale e portati a compimento in un breve arco di tempo attorno al 1462. Si tratta di una serie liturgica prossima per molti aspetti a quelle realizzate in questi stessi anni in ambito senese per il monastero di Monte Oliveto Maggiore e per il Duomo di Siena, in cui lavorarono fianco a fianco numerosi artisti di diversa provenienza e cultura, senesi come anche ‘forestieri’. A Pienza troviamo in primo luogo il pittore e miniatore senese Sano di Pietro, responsabile dell’avvio dell’impresa con la decorazione dell’Antifonario A.I; seguirono Pellegrino di Mariano, artista senese seguace di Giovanni di Paolo col quale aveva avuto occasione di collaborare in tempi recenti nella decorazione di un Graduale destinato all’eremo agostiniano di San salvatore a Lecceto, e un anonimo miniatore senese ancora del seguito di Giovanni di Paolo. Un consistente nucleo di miniature spetta invece a un artista fiorentino formatosi a Firenze sull’esempio di miniatori come Francesco di Antonio del Chierico e Ricciardo di Nanni, presto verosimilmente trasferitosi a Siena da dove collaborò all’impresa pientina. Questi libri sono stati oggetto nel 1904 di un grave furto, che ha provocato la dispersione di 162 pagine miniate, di cui solo 45 sono state fino ad oggi recuperate. Si allega in appendice la catalogazione dei volumi ancora integri conservati al Museo diocesano di Pienza e una proposta di ricostruzione dell’apparato decorativo dei volumi invece mutilati, sulla base delle pagine sciolte recuperate custodite oggi presso la Fabbriceria del Duomo pientino. Con la speranza inoltre che il ricco materiale fotografico qui presentato possa contribuire al riconoscimento e al recupero delle numerose pagine di questi libri ancora disperse.


 The choir–books of Pienza Cathedral

The article examines the rich collection of choir–books in Pienza Cathedral. Commissioned by Pius II, they formed part of the many furnishings — paintings, intarsia, marble — ordered by the Piccolomini Pope for the cathedral’s embellishment and completed in a brief period of time around 1462. The set of choir–books forms a liturgical series in many respects similar to those produced in the same years, also in a Sienese context, for the monastery of Monte Oliveto Maggiore and for Siena Cathedral, in the decoration of which various artists of different provenance and culture, both Sienese and outsiders, worked side by side. At Pienza we find in the first place the prolific Sienese painter and miniaturist Sano di Pietro, who was responsible for inaugurating the project with the decoration of Antiphonary A.I. He was followed by Pellegrino di Mariano, a Sienese artist and follower of Giovanni di Paolo with whom he had recently collaborated in the decoration of a Gradual for the Augustinian hermitage of San Salvatore at Lecceto, and by an anonymous Sienese miniaturist, he too a disciple of Giovanni di Paolo. A large group of miniatures in the choir–books is attributable, on the other hand, to a Florentine artist who had been trained in Florence following the example of miniaturists like Francesco di Antonio del Chierico and Ricciardo di Nanni, but who soon, presumably, moved to Siena whence he contributed to the decoration of the choir–books for Pienza. These books unfortunately were damaged by a theft of particular brutality in 1904 that caused the dispersal of 162 illuminated pages, of which only 45 have so far been recovered.
The author adds an appendix with a catalogue of the still intact volumes preserved in the Museo Diocesano in Pienza and a proposed reconstruction of the decorative programme of the mutilated volumes, on the basis of the loose folios that have been recovered and that are now preserved in the Fabbriceria of Pienza Cathedral. She also expresses the hope that the rich corpus of photographic material presented in her article may contribute to the recognition and recovery of the many pages of these precious choir–books that still remain dispersed.

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