Maria Costanza Lentini: Due crateri laconici a campana da Gela (Estratto dal fasc. 133-134)

    

Si presentano due nuovi crateri a campana quasi integri che si aggiungono all’ampia lista dei vasi laconici attestati a Gela o nella sua chora e permettono di istituire un utile confronto con quanto documentato nella vicina Camarina, e in particolare con l’esemplare dalla T.2213 della necropoli del Rifriscolaro.
Il primo cratere, proveniente da scavi illegali, fu sequestrato a Gela tra il 1970 e il 2001, mentre il secondo proviene da scavi regolari condotti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta sulle estreme pendici meridionali dell’acropoli in loc. Bosco Littorio.
Entrambi, per la forma del piede e il tipo di decorazione, rientrano nel III gruppo della classificazione elaborata da P. Pelagatti e C. Stibbe (cfr. BdA, 1988, 52, pp. 13-26) e si datano nell’ultimo decennio del VI sec., anteriori quindi all’esemplare da Montagna di Marzo e più tardi invece di quello camarinese sopra menzionato.
Esaminando la concentrazione dei crateri della stessa variante a vasca larga e bassa proprio nel versante meridionale della Sicilia, ne esce confermato il ruolo primario di Gela nella distribuzione della ceramica laconica in Sicilia.


Two Laconian bell–kraters from Gela

The article presents two almost intact and hitherto unpublished bell–kraters, which are added to the long list of Laconian vases attested at Gela or in its chora and permit a useful comparison to be made with the material from nearby Camarina, and in particular with the bell–krater T. 2213 from the necropolis of Rifriscolaro.
The first krater, found during illegal excavations, was impounded at Gela between 1970 and 2001. The second comes from the regular excavations conducted by the Soprintendenza ai Beni Culturali of Caltanissetta on the extreme southern slopes of the acropolis at Bosco Littorio.
Both kraters, on the basis of their form of foot and type of decoration, fall into group III of the classification defined by P. Pelagatti and C. Stibbe (cf. BdA, 1988, 52, pp. 13–26) and should be dated to the last decade of the 6th century BC, hence predating the specimen from Montagna di Marzo but postdating that from Camarina mentioned above.
The author examines the concentration of kraters of the same variant, with a wide and squat bowl, in southern Sicily. The new evidence further confirms the primary role of Gela in the distribution of Laconian pottery in Sicily.