Premessa

    

L’area della costa ostiense e del suo entroterra costituisce un caso di studio esemplare dei processi di nascita ed evoluzione delle identità, funzioni economiche e trasformazioni urbanistiche e architettoniche di un insediamento di medie dimensioni in Italia nel corso del XX secolo; al tempo stesso è profondamente legata a una dinamica urbana e territoriale più vasta e complessa, essendo parte della Città Metropolitana di Roma, all’interno della quale esprime un ruolo di primo piano per densità abitativa, sviluppo delle attività economiche, ricchezza delle risorse storico–artistiche e naturalistiche.

Il litorale romano costituisce, a tutti gli effetti, una sorta di “città nella città”, che, a partire dalla fondazione della “nuova” Ostia, avviata alla fine dell’Ottocento non lontano dai resti di quella “antica”, ha attraversato alternativamente fasi di sviluppo e di crisi, crescendo in un’espansione tumultuosa e spesso disordinata e arricchendosi di opere e complessi edilizi di grande qualità, molti dei quali sono divenuti delle icone dell’architettura italiana del Novecento.
Se fino a pochi anni fa le indagini sulla nascita e lo sviluppo del Lido di Ostia si sono concentrate soprattutto sulle fasi iniziali, comprese tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, e sulla cosiddetta “età d’oro” tra le due guerre coincidente con il Ventennio fascista, di recente gli studiosi hanno rivolto il loro interesse anche al periodo post–bellico e ad alcune architetture forse minori ma non per questo meno significative. Proprio per raccogliere e confrontare le ricerche più moderne e originali, in grado di proporre nuovi contributi su argomenti poco noti e di presentare un diverso e più aggiornato punto di vista su quelli maggiormente conosciuti, nel 2016 — in occasione del centenario del primo Piano Regolatore della città — è stato organizzato un convegno di studi, del quale siamo stati i curatori scientifici.
Il Convegno, intitolato Ostia 1916–2016 – Architettura e Città in cento anni del Mare di Roma, ha avuto luogo nell’ex Colonia Vittorio Emanuele III di Ostia, nei giorni 14–15 dicembre 2016, e ha ricevuto il patrocinio di numerose e prestigiose istituzioni: Ufficio Cultura del Comune di Roma; Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio per lo studio e il restauro dei monumenti, Università “La Sapienza”, Roma; Centro di Studi per la Storia dell’Architettura, Roma; Dipartimento di Architettura e Progetto, Università “La Sapienza”, Roma; Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura, Università “La Sapienza”, Roma; Dipartimento di Architettura, Università “G. D’Annunzio”, Chieti–Pescara; Dipartimento di Architettura, Università “Roma Tre”, Roma; Dipartimento di Architettura, Politecnico di Bari; Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica, Università “Tor Vergata”, Roma; Dipartimento di Architettura, Alma Mater Studiorum–Università di Bologna.
I relatori, provenienti da alcuni dei principali atenei italiani, hanno esposto importanti scoperte, documenti inediti e sintesi critiche originali, aprendo nuove e stimolanti prospettive di ricerca. Si è quindi ritenuto opportuno raccogliere i loro interventi — insieme a quelli di altri studiosi che, pur non avendo preso parte al convegno, hanno condiviso la sua impostazione critica e tematica — nella presente monografia: che, dunque, non si configura come un compendio omnicomprensivo sulla storia urbanistica e architettonica di Ostia, ma mira a offrire uno sguardo inedito su temi già noti e a presentare opere e periodi fino a oggi poco o per niente indagati.
All’inizio del volume, due saggi introduttivi sintetizzano le vicende urbanistiche e architettoniche della città nel corso dei suoi cento anni di storia, in modo da creare una cornice utile a inquadrare i successivi saggi dedicati a temi o ad architetture, radunati in tre capitoli suddivisi su base cronologica. Il primo capitolo prende in esame le fasi iniziali dell’insediamento ostiense, tra Otto e Novecento; il secondo, gli sviluppi e le opere realizzate tra le due Guerre Mondiali; il terzo, le trasformazioni della città dal secondo dopoguerra a oggi. Si è inoltre voluto inserire un’Appendice, curata da Massimo de Vico Fallani, Carlo Pavolini, Marta Pileri ed Elizabeth Jane Shepherd, su un episodio progettuale poco conosciuto, ma a nostro parere molto significativo, che porta all’attenzione degli studiosi l’interesse del Regime fascista nei confronti degli scavi di Ostia Antica, luogo dell’immediato entroterra che fin dai primordi è stato il riferimento obbligato per la nascita della “borgata marittima” di Roma (non a caso denominata dai suoi fondatori “la Nuova Ostia risorta”).
Un’ultima precisazione riguarda la definizione del luogo, che — nel corso del tempo e riflettendo le diverse funzioni progressivamente attribuitegli — ha cambiato molte volte denominazione (Ostia, Roma marittima, Ostia nuova, Ostia mare, Ostia Lido, Lido di Roma, Lido di Ostia): per questo motivo abbiamo preferito accettare tali denominazioni, proposte di volta in volta dagli autori nei loro saggi, senza tentare un’impossibile (e, per molti versi, errata) uniformazione.
Vorremmo infine ringraziare, oltre agli amici e colleghi che hanno arricchito questo volume con i loro contributi, i professori Daniela Esposito, Elisabetta Pallottino e Augusto Roca De Amicis per la disponibilità a presiedere il Convegno, e l’architetto Flavio Coppola, con il quale abbiamo condiviso l’organizzazione dell’evento.


Micaela Antonucci, Luca Creti, Fabrizio di Marco