Marisa Corrente: Una sepoltura infantile a Orsara di Puglia con fibula a forma di volatile (ESTRATTO DAL FASCICOLO 28)

    

La difficoltà a fornire una precisa definizione etnica e geografica dell’ethnos daunio emerge evidente dall’analisi della comunità indigena individuata a Giardinetto, nell’entroterra di Orsara di Puglia, un importante sito archeologico della provincia di Foggia, scavato di recente da quella che allora era denominata come Soprintendenza Archeologia della Puglia. Il vasto sito della necropoli, con 450 tombe a inumazione fornite di corredo, offre utili informazioni circa la permeabilità dei confini etnico-geografici, così come sull’ampia espansione dei contatti interregionali. La comunità indigena mostra tratti culturali vicini all’organizzazione politica e territoriale daunia, combinata però con altri elementi specifici delle genti sannitiche dell’Appennino. Questo articolo segnala una forte concentrazione di ricettività in un’area di intensi contatti fra gruppi etnici distinti. Nel V sec. a.C. alcuni ritrovamenti attestano una crescita della popolazione nel sito, oltre che uno sviluppo nella diversificazione di status tra le famiglie. A sostegno di tutto ciò, la recente scoperta in una tomba infantile di una fibula a forma di uccello, in lamina di argento su supporto bronzeo, costituisce un ulteriore contributo alle ricerche in corso sulla circolazione di diversi manufatti di oreficeria. Inoltre testimonia la presenza sia di diverse caratteristiche specifiche distribuite su base regionale, sia di una produzione artigianale articolata in varie officine. La fibula a forma di uccello costituisce un caso isolato nell’archeologia della Daunia, ma la “circolazione della forma” nell’ambito dei contatti esistenti fra élites socio-culturali trova paralleli nella documentazione fornita dalle regioni vicine. Per le sue caratteristiche tipologiche e decorative, questo prezioso oggetto metallico è confrontabile col più stupefacente esemplare del genere noto finora, la fibula proveniente da un’abitazione di rango: l’anaktoron di Torre di Satriano, splendido esempio di un complesso palaziale qualitativamente alto nell’ambito delle società locali di quel periodo.
L’esemplare da Giardinetto nel rituale sepolcrale del V secolo a.C. e lo specifico assemblaggio di forme in un contesto ben documentato suggeriscono l’ipotesi che la fibula rientrasse nel sistema di amuleti a scopo apotropaico specifico per donne e bambini. In più, la versione “indigena” con la combinazione di bronzo e argento tradotta nel linguaggio locale deve essere considerata come testimonianza di un particolare conservatorismo sul piano delle conoscenze in ambito metallurgico. Ciò è chiaramente illustrato da una serie di fibule piatte (a brooches) prodotte nel V a.C. a Minervino Murge, un sito dell’area compresa fra Lavello e Canosa. 


A bird–fibula from the tomb of child in the necropolis of Giardinetto (inland from Orsara di Puglia)

The difficulty in developing a clear definition for the Daunian ethnos is evident in analysing the indigenous community of Giardinetto (inland from Orsara di Puglia), an important archaeological site in the province of Foggia recently excavated by the Soprintendenza before named as Archeologia della Puglia. The large cemeterial site, with 450 inhumation tombs containing grave goods, provides useful information about the permeability of ethnic–geographical borders as well as about a broad expansion in interregional interaction. The indigenous community tended to show the cultural features of the Daunians’ political and territorial organization in combination with the distinctive cultural features of the Apennine Samnite peoples. This study identifies a high concentration of receptivity in an area of intense contact between separate ethnic groups. During the fifth century B.C., patterns of finds appears to display growth in the population of the settlement and also a development in differentiation of the status between families. In support of such positive evidence, the recent discovery of a bird–fibula, a silver plaque mounted on a bronze support found in an infant’s burial, constitutes a further contribution to the current research on the circulation of different forms of jewellery. This recent find demonstrates several distinctive regional distributions, craftsmanship production and workshops. The infant’s bird–fibula is an isolated case in the archaeology of the Daunia, but the “circulation of form” in an inter–elite networking has parallels in the existing documentation of neighbouring regions. Due to its typological and decorative features, this precious metal object is comparable to the most fascinating example from significant house: the anaktoron in Torre di Satriano, an excellent example of the “regimes of value” in palatial societies. The example from Giardinetto in the burial ritual of the late 5th century B.C. and the specific assemblage of forms in a well–documented context suggest that the fibula was incorporated into the systems of amulets with protective powers for women and children. Moreover, the “indigenous” version, with combinations of bronze and silver translated into the local vocabulary, needs to be considered as testimony of a particular conservatism in metallurgical knowledge. This is clearly illustrated by a number of plate fibulae (brooches) produced in the 5th century B.C. at Minervino Murge, a site within the compass of Lavello and Canosa.