Giuseppe Basile (†), Fabio Carapezza Guttuso, Raffaella D’Amico, Stefano Ridolfi, con la consulenza di Roberto Cesareo e Maurizio Marabelli: L’‘Edicola’ di Renato Guttuso (Estratto dal fascicolo 16)

    

Il centenario di Renato Guttuso (1912-2012) è stato, tra le altre cose, l’occasione per il restauro di un’opera sino ad ora poco studiata, l’Edicola (oggi esposta negli ambienti del Museo Guttuso a Bagheria), affrontato con approccio realmente interdisciplinare. Si tratta dell’unica scultura eseguita dall’artista e dimostra, nella scelta del tema, un’attenzione alle novità della Pop Art, nonché un interesse per l’oggetto tridimensionale. Progettata a Roma nello studio di Palazzo del Grillo e realizzata in una fonderia di via del Mandrione, fu presentata nel 1965 alla IX Quadriennale romana, suscitando grande interesse sia in Italia che all’estero e divenendo icona stessa della manifestazione. Il recente restauro dell’opera ha consentito di accertare che le parti “dorate” non furono eseguite in bronzo, come si è sempre creduto, ma usando una particolare lega di rame. Inoltre, è stato possibile approfondire le conoscenze relative alla tecnica utilizzata nella stesura dei colori su una superficie dipinta a freddo con effetto finale smaltato, di particolare resistenza, in modo che la scultura potesse essere sistemata all’aperto, nel giardino della villa estiva di Guttuso a Velate, dove poi rimase fino al 2003.


Renato Guttuso’s ‘L’Edicola’

Renato Guttuso’s (1912–2012) centenary provided an occasion, among other things, to restore an until now little–studied work entitled L’Edicola (currently on exhibition at the Museo Guttuso in Bagheria), using a truly interdisciplinary approach. It is the only sculpture by the artist and it demonstrates in the choice of its subject an interest in the new Pop Art and in the three–dimensional object. The work was designed in the Rome studio, in Palazzo del Grillo, and cast at the foundry in Via del Mandrione. It was presented at the IX Quadriennale Romana in 1965, stirring great interest both in Italy and abroad, and indeed becoming an icon for the same exhibition. As a result of the recent restoration, the “gilded” parts were found to be not bronze, as had always been assumed, but a particular copper alloy. Further, it was possible to study the technique used in layering colours on a surface painted cold to obtain an enamelled look. The result was particularly resistant, and the sculpture could then be installed out of doors. In fact it remained in the garden of Guttuso’s summer villa in Velate until 2003.