L'evento e il MiBAC

(III Parte di:  IL RISCHIO SISMICO: IL PASSATO E LE INDICAZIONI PER IL FUTURO NEL QUADRO NORMATIVO DEL MiBAC, testo di Camilla Capitani, da Il Notiziario dell'Arte, Inserto del fascicolo n° 6 /2010 del Bollettino d'Arte)


«Ora che con il terremoto è accaduto il peggio, non si creda che con i restauri e ricostruzioni si tornerà ad avere quel che si aveva prima. Avremo memorie di ciò che fu, indubbiamente utili all’identità dei cittadini ma pur sempre segni di una catastrofe irreparabile» (Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici del 14.12.2009).

 

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Il superamento dell’emergenza

La volontà dell’Amministrazione dei beni culturali di affrontare ogni attività preordinata alla tutela del patrimonio danneggiato dal sisma che ha colpito l’Abruzzo, sulla base di determinate priorità e intese, è evidenziata dalle mozioni approvate dal Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici: la prima, sull’importanza della prevenzione dal rischio sismico, è stata espressa, pochi giorni dopo il fatto, nella seduta del 20.04.2009.
Si tratta di importanti documenti con i quali l’organo di consulenza del Ministero, preso atto che «mai il terremoto aveva colpito con tanta spaventosa precisione il capoluogo di una regione», indica gli obiettivi irrinunciabili da perseguire per definire le strategie d’intervento.
La prima necessità è quella di poter contare su risorse certe, da reperire anche con provvedimenti straordinari, a fronte di una ricostruzione stimata intorno ai 10 miliardi di euro. Preso atto, poi, che il Paese ha circa il 60% del territorio a rischio sismico e che, quindi, interventi come quello dell’Aquila si ripeteranno sicuramente in altre aree, occorre attuare un piano di verifica sismica del patrimonio culturale sull’intero territorio nazionale, a partire dagli edifici di proprietà pubblica e da quelli in consegna all’Amministrazione: gli strumenti sono le Linee Guida e la Carta del rischio.
Un ragionamento più generale sul restauro delle città e dell’Aquila, specie dopo un evento catastrofico, porta il Consiglio ad indicare una linea operativa «leggera, non invasiva, minuziosa e puntuale, attenta alla salvaguardia non solo delle opere monumentali, ma di tutto il patrimonio diffuso archeologico, storico, artistico (con particolare riguardo agli affreschi in pareti), archivistico e librario». In quest’attività è di primaria importanza il coinvolgimento delle professionalità presenti anche nella cultura artigianale abruzzese, la stipula di protocolli d’intesa con gli enti territoriali, la scelta delle imprese da parte delle soprintendenze e la qualificazione dei progetti di restauro. E di partire, come suggerisce la stratificazione urbana dell’Aquila, da quanto è rimasto dell’identità stratigrafica, materiale e figurativa delle costruzioni evitando formule precostituite, come la ricostruzione a l’identique o l’innesto modernizzante.
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La prima risposta concreta agli appelli è l’Atto di indirizzo emanato dal Ministro il 13.04.2010 che inserisce tra le priorità politiche del triennio 2011–2013 il potenziamento, la messa in sicurezza e il restauro dei beni culturali, con particolare riguardo a quelli colpiti da calamità naturali, nonché il rafforzamento dell’attività di prevenzione e il rilancio dell’eccellenza della cultura italiana del restauro.
Sul piano operativo, sono le Linee Guida che dettano le indicazioni per avere, in modo metodicamente corretto, un quadro completo dei danni provocati dal terremoto, da cui partire per fare una stima economica, individuare i beni recuperabili, stabilire priorità e tecniche d’intervento per la messa in sicurezza.
L’attività di valutazione dei danni al patrimonio storico, architettonico e artistico nell’ambito del “cratere”, vede impegnati, in sinergia per la prima volta, il Ministero, la Protezione Civile e le istituzioni locali. Sono stati rilevati 1.763 monumenti, di cui 1.018 chiese e 688 palazzi, oltre a un certo numero di manufatti di tipologie diverse quali mura, porte e fontane. Tutte le informazioni sono state informatizzate ed elaborate di pari passo con i sopralluoghi, per cui oggi si ha una banca dati completa e un database spaziale (GIS) che consente l’immediata localizzazione di ciascun oggetto e la visualizzazione in mappa delle informazioni ad esso associate. Parallelamente alle attività di rilievo del danno è stato dato avvio alle operazioni di messa in sicurezza degli edifici monumentali secondo una lista di priorità: ad oggi, i monumenti interessati sono stati circa 200 di cui 60 nel centro storico dell’Aquila. Sono state anche recuperate e poste in sicurezza 4.823 opere d’arte mobili e 247.532 volumi provenienti da archivi storici e dalla biblioteca provinciale dell’Aquila. Al personale dell’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro di Roma e dell’Opificio delle pietre dure di Firenze è stata affidata, oltre che una puntuale ricognizione dello stato di conservazione delle opere pervenute nei luoghi di raccolta, la manutenzione d’emergenza per quelle più seriamente danneggiate.
Nella rimozione delle macerie la metodica applicata è stata quella di tipo archeologico con la duplice finalità di recuperare frammenti significativi di parti architettoniche e di pertinenze artistiche e documentare la dinamica dell’evento. Il tema delicatissimo della preselezione ha portato il Consiglio a chiedere che l’operazione sia fatta sotto la direzione di funzionari tecnici competenti nei materiali lapidei. La mozione ha rafforzato la necessità di un ruolo centrale e incisivo delle strutture del Ministero nella fase del recupero.
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Contestualmente ai lavori descritti, sono stati avviati dal MiBAC alcuni progetti finalizzati alla prevenzione e al sostegno agli interventi di ricostruzione, di recupero e restauro del patrimonio culturale nelle aree della regione Abruzzo. Le attività connesse alla loro attuazione partono dalle esperienze maturate con le prime applicazioni operative della Direttiva.

Il Progetto Sisma Abruzzo, nell’ambito delle risorse economiche assegnate al Mibac dal CIPE, prevede cinque interventi sul patrimonio culturale della Regione: quello affidato alla Direzione Generale Pabaac ha come oggetto d’analisi, ai fini della verifica della vulnerabilità, quegli immobili superstiti, in Abruzzo, in consegna al Ministero o comunque qualificati come istituti e luoghi della cultura. Il primo livello di analisi ha portato a definire un indice di sicurezza per ciascuno degli immobili e di conseguenza ad individuare le priorità per una distribuzione adeguata delle risorse economiche a disposizione. Nell’ambito di un quadro aggiornato, saranno selezionati i casi più emblematici sui quali proporre le verifiche di vulnerabilità sismiche più approfondite (LV2 e LV3). Coordina la strategia d’intervento un gruppo di lavoro interdisciplinare composto da funzionari della Direzione Generale Pabaac e del Segretariato. È stata inoltre siglata una convenzione con il Dipartimento di Ingegneria delle costruzioni, dell’ambiente e del territorio dell’Università di Genova, con il quale il Ministero collabora da vari anni, sulle tematiche in questione. Una delle finalità del progetto è anche quella di approntare una metodologia di lavoro.
Gli altri interventi sono coordinati direttamente dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo impegnata a realizzare interventi volti a consentire l’operatività delle strutture periferiche con sede a L’Aquila, a svolgere attività di assistenza tecnica, a rendere possibile la creazione, implementazione e gestione del sistema informativo relativo all’Atlante beni culturali Abruzzo, ad interessarsi all’adeguamento funzionale del laboratorio di pronto intervento, per le opere danneggiate dal sisma a Celano, infine ad occuparsi dell’adeguamento funzionale dei depositi di ricovero dell’Archivio di Stato di L’Aquila.

Il Progetto Qualità Abruzzo è finalizzato alla qualità della ricostruzione degli edifici pubblici ricadenti nei comuni crollati o seriamente danneggiati dal sisma. Il sistema prescelto è quello del Concorso, sia internazionale che nazionale. Nel primo caso è previsto un accordo istituzionale con gli stati membri del G8 per la donazione di un progetto di ricostruzione di una o più opere pubbliche con scelta di un progettista di chiara fama; la seconda procedura vede il coinvolgimento di tutti i professionisti sia locali che nazionali e l’istituzione di un premio per la realizzazione di un progetto.
La sensibilizzazione a livello internazionale dell’evento aquilano è stata già espressa durante l’incontro del G8 tenutosi all’Aquila nel luglio 2009, dove molti paesi hanno dichiarato il proprio interesse di voler contribuire alla ricostruzione. In quell’occasione è stata presentata una lista di 45 monumenti–simbolo danneggiati dal sisma, proponendoli alla comunità internazionale per la loro adozione in vista di un restauro.