Tutela e valorizzazione: problemi di conservazione delle armi antiche (Estratto dal fascicolo 137-138)

    

Maria Giulia Barberini

La collezione Odescalchi d’armi antiche. Storia della raccolta del principe Ladislao

Bianca  Fossà, Elisabetta Giani, Marta Giommi, Annamaria Giovagnoli, Maria Pia Nugari, Sara Garzi
Studio conservativo delle armi e armature Odescalchi: nuove metodologie
per la schedatura di una collezione

Fabiana Cangià

La sciabola indo-musulmana dell’Armeria Reale di Torino
(inv.345) e il suo restauro

Con questi contributi  il Bollettino d’Arte intende offrire una panoramica delle problematiche connesse alla conservazione in museo delle armi, alla loro manutenzione e al loro restauro.
Introduce al tema trattato una presentazione di Maria Giulia Barberini  sulla collezione d’armi Odescalchi, ricostruendo la figura del principe Ladislao Odescalchi , uno dei personaggi di spicco della Roma di fine Ottocento, e seguendo la nascita della sua raccolta d’armi antiche, l’ ampliamento di essa attraverso i suoi rapporti con il mercato antiquariale italiano e internazionale, fino all’acquisizione della collezione da parte dello Stato italiano nel 1959 e alla sua collocazione nel Museo di Palazzo Venezia a Roma.
Proprio l’inserimento della collezione nel Museo di Palazzo Venezia e la sua collocazione, a causa dei limitati spazi espositivi, per lo più nei depositi, sono al centro dell’ampio studio condotto da  Fossà – Giani – Giommi – Giovagnoli – Nugari – Sgarzi: in esso vengono esaminati i problemi di sistemazione e di protezione delle armi dagli attacchi degli insetti come da parte di microrganismi, i problemi connessi alla temperatura e al grado di umidità, e viene esaminato lo stato conservativo della collezione in generale.
Viene poi fornito un modello-guida di Scheda Ambientale, che analizza tutte le caratteristiche dei locali destinati a esposizione museale o a deposito, in rapporto agli oggetti che vi andranno ospitati; e  un modello-guida di  Scheda Collezione, che studia lo stato effettivo di una collezione specifica(in questo caso le armi), ne individua i livelli di rischio e le metodologie statistiche per poter effettuare in tempi rapidi indagini campione per valutare le condizioni di  salute della collezione nel suo complesso.
Lo studio di Fabiana Cangià, infine, concentrato su un pregevole esemplare di sciabola della collezione dell’Armeria Reale di Torino, risalente al XVIII secolo e proveniente dalla zona del Khorasan, la cui fattura mostra elementi tipici Moghul con altri di tradizione persiana, traccia la storia dell’arma,  analizza i materiali (giada, pietre preziose, oro  e argento) con particolare attenzione alla tecnica orientale di lavorazione dell’ “acciaio damasco” (watered steel) e di quello cosiddetto wootz. L’articolo termina con una dettagliata relazione del restauro cui è stata sottoposta l’arma, e in cui vengono spiegate alcune metodologie da applicare nel caso di compresenza di materiali molto differenti tra loro e che quindi reagiscono in modo diverso alla pulitura e ai prodotti protettivi.

Maria Giulia Barberini


The Odescalchi collection of historic arms and armour. History of the collection of Prince Ladislao

Bianca Fossà, Elisabetta Giani, Marta Giommi, Annamaria Giovagnoli, Maria Pia Nugari, Sara Sgarzi

Conservational study of the Odescalchi collection of arms and armour: new methods for cataloguing a collection

Fabiana Cangià

The Indian Muslim sabre in the Royal Armoury of Turin (inv. 345) and its restoration

In these contributions the Bollettino d’Arte offers an analysis of the problems associated specifically with the museum conservation of ancient arms and armour, their maintenance and their restoration. The treatment of the question begins with an introduction by Maria Giulia Barberini to the Odescalchi collection of ancient arms and armour. She reconstructs the life and career of Prince Ladislao Odescalchi, one of the leading protagonists of cultural life in late nineteenth–century Rome. She traces the origins of his collection of historic arms and armour, its expansion through his relations with the Italian and international art market, its acquisition by the Italian State in 1959 and its collocation in the Museo di Palazzo Venezia in Rome.
It is just the placing of the collection in the Museo di Palazzo Venezia and its consignment for the most part to the museum’s storerooms, due to the limited space for display in the museum itself, that are the focus of attention in the exhaustive study conducted by Fossà, Giani, Giommi, Giovagnoli, Nugari and Sgarzi. They examine the problems of the conservation of the collection, their protection from corrosion by biological agents (insects and micro–organisms), the problems connected with temperature control and degree of humidity, and the conservational state of the collection in general. They also furnish an indicative model for museum conservation assessment, in the form of two files. The first is an Environmental File that analyses all the environmental characteristics of the rooms destined for museum display or storage, in relation to the objects to be placed in them. The second is a Collection File that studies the effective state of a specific collection (in this case arms and armour); identifies its level of risk; and proposes statistical methods for rapid sample analyses to evaluate, over time, the conservational state of the collection as a whole.
The study of Fabiana Cangià, lastly, concentrates on a magnificent Indian Mughal sabre in the collection of the Royal Armoury in Turin. Dating to the eighteenth century, it comes from the region of Khorasan. Its manufacture shows typical Mogul features together with others of Persian tradition. The author traces the history of the sword, and analyses its materials (jade, precious stones, gold and silver) with particular attention to the oriental technique of damascening (watered steel) and so–called wootz. The article ends with a detailed report of the restoration to which the sword has been subjected; the author explains, in particular, some methods to be applied in the case of the combination in the same artefact of materials that are very different in kind and that therefore react in very different ways to cleaning and protective products.