Giuseppe Porzio: Luca Fiammingo, “frate teresiano”, a Napoli (Estratto dal fasc. 5)

    

A distanza di quasi vent’anni dall’unico studio monografico sul pittore carmelitano Luca de la Haye, alias Fra Luca Fiammingo, apparso proprio sulle pagine del «Bollettino» (Donatella Germanò, Documenti inediti sull’attività di Luca de la Haye in Santa Maria della Scala a Roma, «Bollettino d’Arte», s. VI, LXXVII, 65, 1991, pp. 127-132), il saggio individua, definendone per la prima volta il contesto, un nucleo di dipinti riconducibili con certezza ad una finora ignota attività del frate teresiano per la provincia napoletana dell’Ordine; si tratta, in più di un caso, di opere considerevoli almeno per dimensioni e collocazione, e tuttavia sfuggite agli studi, tenute per anonime ed irrelate fra loro.
Il lavoro costituisce inoltre un contributo di sintesi e di aggiornamento bibliografico sulla produzione complessiva dell’artista fiammingo, nonché un tentativo di recupero e di valorizzazione di un capitolo minore ma non trascurabile della decorazione barocca di avanzato Seicento tra Roma e Napoli.


Luca Fiammingo, “frate teresiano”, in Naples

Almost twenty years after the only monographic study hitherto published on the Flemish Carmelite painter Luca de la Haye, alias Fra Luca Fiammingo (1612–1682), which appeared in the pages of this journal (Donatella Germanò, Documenti inediti sull’attività di Luca de la Haye in Santa Maria della Scala a Roma, Bollettino d’Arte, series VI, LXXVII, 65, 1991, pp. 127–132), the article identifies a group of paintings that can securely be assigned to a hitherto ignored activity of the Carmelite friar for the Neapolitan province of the Order, defining its context for the first time. The paintings in question are, in more than one case, works of considerable size and prestige, and yet hitherto ignored by studies on the painter, or at any rate considered anonymous and unrelated to each other.
The article offers a summary account, as well as an updated bibliography, of the overall output of the Flemish artist. It also attempts to recover and revaluate a minor but not negligible chapter of late seicento baroque decoration between Rome and Naples.