Andrea Alessi: “Raffaellino” da Reggio e la direzione dei lavori pittorici nella Palazzina Gambara a Bagnaia (Estratto dal fasc. 128)

    

La Palazzina Gambara è l’edificio più antico tra le  due palazzine  della villa di Bagnaia, presso Viterbo, oggi nota come Villa Lante. La sua costruzione, voluta dal cardinale Giovan Francesco della famiglia bresciana dei Gambara, è stata dagli studiosi fissata a partire dal 1568, anno in cui il prelato richiese per lavori imprecisati la presenza del Vignola, anche se è dibattuta l’effettiva presenza dell’architetto nella progettazione dell’edificio.
Se allo stato attuale è possibile reperire con una certa facilità le notizie storiche relative alla cronologia della villa, scarse e spesso in disaccordo sono le informazioni che si possono trarre dagli studi che si sono occupati delle decorazione pittorica. La proposta di identificare in Raffaellino Motta da Reggio il progettista di tale decorazione, anche se poi eseguita da diversi pittori, appare la più verosimile, anche alla luce di un nuovo esame degli affreschi delle varie sale e di alcuni disegni autografi, che è possibile riferire al ciclo di Bagnaia.
 Scopo di questo contributo  è quello di cercare di definire dove Raffaellino sia intervenuto direttamente, mettendo a confronto  gli affreschi della Palazzina Gambara con altre opere del pittore, che emerge come  personalità eclettica, con richiami alla tradizione emiliana (Orsi, Parmigianino ), agli Zuccari, ma anche con contatti con artisti nordici italianizzanti (Speckaert, Spranger). Gli interventi più sicuramente attribuibili a Raffaellino da Reggio nella Palazzina Gambara sono stati individuati nella loggia al piano terreno, nella Stanza della Poesia e nella Stanza di San Pietro: per una scena di quest’ultimo ambiente sono stati riconosciuti come disegni preparatori due fogli del Louvre.  L’articolo definisce con maggior dettaglio anche la cronologia  del cantiere pittorico della palazzina, il quale venne ragionevolmente compiuto entro il 1578, anno della visita di Papa Gregorio XIII Boncompagni a Bagnaia, i cui stemmi si trovano inseriti con grande risalto nelle decorazioni; tale anno coincide anche con la morte di Raffaellino.

Raffaellino da Reggio and the direction of the pictorial decoration in the Palazzina Gambara at Bagnaia


The Palazzina Gambara is the earlier of the two buildings of the Villa at Bagnaia, near Viterbo, now known as the Villa Lante. Commissioned by Cardinal Giovan Francesco of the Brescian Gambara family, its construction is thought to have begun in 1568, the year in which the cardinal requested the involvement of Vignola for unspecified work at the villa, though the effective presence of the Bolognese architect in the design of the villa has been disputed. If it is now possible to reconstruct, with some confidence, the chronology of the villa, the information that can be culled from the studies of its pictorial decoration are meagre and often contradictory. The proposal to identify Raffaele Motta, called Raffaellino da Reggio, as the artist who planned this decoration, even though the work was later executed by various other painters, seems the most plausible.
The aim of the present article is to seek to define where Raffaellino intervened directly. This it attempts to do by comparing the Palazzina Gambara frescoes with other works of the painter, who emerges as an eclectic personality, with features recalling the Emilian tradition (Orsi, Parmigianino) and the Zuccari, but also with contacts with Nordic italianizing artists (Speckaert, Spranger). The interventions more securely attributable to Raffaellino da Reggio in the Palazzina Gambara have been identified in the loggia on the ground floor, in the Stanza della Poesia and in the Stanza di San Pietro: two sheets in the Louvre have been identified as preparatory drawings for a scene in this latter room. The article also defines in greater detail the chronology of the pictorial decoration of the Palazzina Gambara. It had presumably been completed by 1578, the year of the visit of Pope Gregory XIII Boncompagni to Bagnaia; his coats of arms are prominently incorporated in the decoration. The same year was also that of the death of Raffaellino.