Antonello Cesareo: Memorie raffaellesche in una decorazione di fine Cinquecento: Le ‘Storie di Mosè’ nel casino Branconio a L’Aquila (Estratto dal fasc. 123)

    

Sul finire del Cinquecento, Girolamo Branconio, Abate Commendatario di San Clemente a Casauria e figura principale della nobile famiglia commissiona ad alcuni artisti la decorazione dei palazzi e della cappella di famiglia a L’Aquila, nonché la costruzione di un 'Casino delle Delizie', circondato da un giardino.Tale iniziativa documenta accanto all’ambizione del personaggio, un momento della storia della famiglia e del mecenatismo cittadino.Purtroppo gran parte di questa impresa è oggi perduta e resta soltanto il ciclo con le 'Storie di San Clemente' nel palazzo di famiglia e la decorazione della cappella della 'Visitazione' nella chiesa di San Silvestro, eseguita da Giulio Cesare Bedeschini. Dell’aspetto originario del Casino sopravvive soltanto la 'Stanza di Mosé', affrescata probabilmente da un Francesco Antonio Odit, pittore che mostra di conoscere accanto a Raffaello e Michelangelo il gusto elaborato nei cantieri di Sisto V.Il ciclo decorativo che copre tutte le pareti pur nella resa diseguale delle immagini mostra una grande piacevolezza e ci permette di immaginare come dovessero apparire in origine gli ambienti.Con la morte di Girolamo, le fortune della famiglia, iniziate con Giovan Battista Branconio, Camerario di Leone X e amico di Raffaello, volgono al termine; la vendita e il successivo abbattimento del palazzo di Roma e l’asportazione dalla cappella di L’Aquila della 'Visitazione' di Raffaello (oggi al Prado) pongono fine alla gloria della casata.

Raphaelesque memories in a late sixteenth–century fresco cycle: the 'Stories of Moses' in the Casino Branconio at L’Aquila


At the close of the sixteenth century, Girolamo Branconio, Abate Commendatario of San Clemente at Casauria and head of the noble family of the same name, commissioned the decoration of the family’s palazzi and chapel in L’Aquila from several artists, as well as the construction of the 'Casino delle Delizie', surrounded by a garden. The enterprise as a whole attests not only to Girolamo Branconio’s ambition, but also to a key phase in the history of the family and the patronage of the arts in the town. Unfortunately a large part of the enterprise has now been lost. All that remains is the cycle with the 'Scenes from the Life of St. Clement' in the family palazzo and Giulio Cesare Bedeschini’s decoration of the chapel of the Visitation in the church of San Silvestro. Of the original appearance of the Casino nothing remains but the 'Stanza di Mosé', probably frescoed by a certain Francesco Antonio Odit, a painter who shows a familiarity not only with Raphael and Michelangelo but also with the particular style developed in the decorative programmes patronized by Sixtus V (1585–1590). The fresco cycle that covers the walls of the room, representing 'Stories of Moses', although unequal in quality, shows altogether great charm and enables us to imagine what the rooms of the Casino must originally have looked like. With the death of Girolamo, the fortunes of the family, initiated by Giovan Battista Branconio, camerarius of Leo X and friend of Raphael, began to wane. The sale and later demolition of the Palazzo Branconio in Rome, and the removal of Raphael’s 'Visitation' (now in the Prado) from the chapel in L’Aquila, brought the glory of the house to an end.