Alfredo Bellandi: I “materiali” in viaggio: osservazioni sulle modalità di trasporto di alcune sculture fiorentine in legno del Rinascimento

    

Estratto dal volume speciale:   Scultura lignea. Per una storia dei sistemi costruttivi e decorativi dal Medioevo al XIX secolo

Il contributo indaga le modalità del trasporto di alcune sculture in legno dipinto del Quattrocento fiorentino, esaminando questo specifico ambito di ricerca in una prospettiva metodologica che privilegia la geografia artistica, funzionale per comprendere i fatti figurativi più legati alle relazioni spaziali. Dopo avere messo in evidenza l’importanza dell’Arno,il fiume che in passato permise il rifornimento di legname alla città di Firenze, in gran parte proveniente dalle foreste del Casentino appartenenti all’Opera del Duomo e ai monaci camaldolesi, il contributo analizza, attraverso alcuni documenti, le modalità del trasporto di alcune opere eseguite da Baccio da Montelupo e Antonio da Sangallo.
Nel 1506, Baccio, ebbe infatti l’incarico da parte dei Serviti dell’abbazia di San Godenzo, nel Mugello, di scolpire oltre al San Sebastiano, tre teste dei santi fondatori (San Gaudenzio, Luciano e Marziano) in legno dipinto, due puttini in rilievo, tre teste al naturale di Cristo, una Madonna con San Giovanni, un San Giovanni battista, un San Girolamo e un Cristo morto.
L’altro lavoro preso in esame è il monumentale Crocifisso scolpito da Antonio da Sangallo il Vecchio (Firenze 1455-1534), di Sant’Agostino a Montepulciano; in un documento del 26 ottobre 1533, si legge che la scultura, eseguita a Firenze, fu trasportata a Montepulciano, sistemata in una cassa ed avvolta per proteggerla in più di tre metri di tela nera; il carro fu condotto da un certo Zanobi “vetturale” e sono documentate le spese per il trasporto e per i “maestri di dogana”.

“Materials” en Route: some observations on the modalities of transporting some Florentine sculptures in wood
during the Renaissance

The article investigates how several wood sculptures painted in fifteenth–century Florence were transported. The method applied to this specific research area gives priority to the geography of the arts as a way of understanding the figurative facts most closely connected to the spatial relationships. After having highlighted the importance of the river Arno, which in the past had allowed for the resupplying of the city of Florence with timber coming largely from the Casentino forests that belonged to the Opera del Duomo and the Camaldolesi monks, the article analyses transportation modalities for several works carved by Baccio da Montelupo and Antonio Sangallo. In 1506, Baccio was in fact commissioned by the Serviti of the Abbey of San Godenzo in Mugello to carve, in addition to a Saint Sebastian, three heads of the Abbey’s founder saints in painted wood–Saint Gaudenzio, Saint Luciano and Saint Marziano–as well as two little putti in bas relief, three heads of Christ “al naturale” (unpainted wood), a Madonna with Saint John, a Saint John the Baptist, a Saint Jerome and a “Cristo Morto” (dead Christ). The other work examined is the monumental Crucifix sculpted by Antonio da Sangallo the Elder for (the church of) Saint Augustine in Montepulciano; in a document of 26 October 1533, one can read that the sculpture, produced in Florence, was transported to Montepulciano, having been packed in a box and wrapped for protection in more than three metres of black cloth; the cart was led by a certain Zanobi “vetturale” (driver) and the expenses for transportation and the “maestri di dogana” (customs officers) documented.