Daniele Guernelli: Considerazioni su Giovanni Battista Cavalletto e la miniatura bolognese tra Quattro e Cinquecento (Estratto dal fascicolo 9)

    

Identificabile grazie ad un'unica opera firmata, gli Statuti e Matricola della Società dei Drappieri del 1523 (Bologna, Museo Civico Medievale, ms. 646), la figura di Giovanni Battista Cavalletto rappresentò per più di un quarantennio un punto fermo della miniatura bolognese all’epoca della maniera moderna, dimostrando una non frequente capacità di adattamento agli stimoli artistici provenienti da dentro e fuori la città felsinea. Inizialmente influenzato dall’arte di Ercole de Roberti, come evidente nel Libro d’Ore Vitali (Bologna, Biblioteca Universitaria, ms. 1829) e nel Liber Pontificalis stampato a Roma da Stephani Plannck il 20 dicembre 1485 (Bologna, Biblioteca Universitaria, Inc. A. V. KK. V), entrambi qui pubblicati per la prima volta, il miniatore fu presto affascinato dalla grande decorazione libraria veneta, di cui nel contributo si mettono in evidenza i numerosi elementi di connessione con Bologna. Tramite le sue committenze mantovane ed estensi il Cavalletto seppe inoltre accogliere spunti mantegneschi, che conseguentemente ai suoi soggiorni romani furono affiancati da quelli tratti da Raffaello, di cui divenne uno dei primi diffusori in pianura padana. Elaborò così un linguaggio colto ma narrativo che conquistò la città felsinea grazie anche a opere come le inedite Costituzioni dell’ordine Olivetano (Bologna, Biblioteca Universitaria, ms. 1560), che imposero una tipologia di fregi che divenne caratteristica di tutta la produzione miniata bolognese della prima metà del XVI secolo. La vicenda del Cavalletto permette quindi all’autore di soffermarsi su alcune delle questioni chiave della decorazione libraria di questo periodo, con nuove proposte attributive e interpretazioni.


A re–consideration of Giovanni Battista Cavalletto and Bolognese illumination between the fifteenth and sixteenth centuries

Identifiable thanks to a single signed work, the Statuti e Matricola della Società dei Drappieri of 1523 (Bologna, Museo Civico Medievale, ms. 646), Giovanni Battista Cavalletto represented for over forty years a firm point in Bolognese illumination in the period of the maniera mo-derna, demonstrating a rare capacity of adaptation to the artistic stimuli coming from both within and without the Emilian city. Initially influenced by the art of Ercole de Roberti, as evident in the Libro d’Ore Vitali (Bologna, Biblioteca Universitaria, ms. 1829) and in the Liber Pontificalis printed in Rome by Stephani Plannck on 20 December 1485 (Bologna, Biblioteca Universitaria, Inc. A. V. KK. V), both published here for the first time, the miniaturist soon fell under the spell of the magnificent Venetian book decoration of the period, whose many links with Bologna are pointed out in this article. Thanks to his patronage by the courts of Mantua and Ferrara, Cavalletto also assimilated influences from Mantegna, which following his periods of residence in Rome were complemented by those he had derived from Raphael, of whom he became one of the first propagators in the Po valley. He thus developed a cultivated narrative style that conquered Bologna also thanks to such works as the unpublished Costituzioni dell’ordine Olivetano (Bologna, Biblioteca Universitaria, ms. 1560), which introduced a type of decorative frieze that became prescriptive for Bolognese miniature painting as a whole in the first half of the sixteenth century. Cavalletto’s career as an illuminator then leads the author to expatiate on some key questions of book decoration of this period and to propose a series of new attributional proposals and interpretations.