Maria Forcellino: Novità sui dipinti della Crocefissione dai disegni di Michelangelo: una nuova copia, la ‘Crocefissione Amadori’, e qualche precisazione sulla ‘Crocefissione Cavalieri’

    

Il saggio analizza due dipinti raffiguranti la Crocefissione con la Madonna e San Giovanni, originati dai disegni di Michelangelo per Vittoria Colonna e per gli amici “spirituali”, tenendo presente il dibattito in corso sulla natura dei regali dell’artista (disegnati o dipinti) per l’amica poetessa. In particolare, tratta del ritrovamento di una nuova Crocefissione (in collezione privata), pubblicata per la prima volta nel 2015, di cui si erano perse le tracce, e della recente proposta di identificarla con il dipinto Amadori realizzato da Marcello Venusti dai disegni di Michelangelo. L’opera era nota per essere documentata da fonti di prima mano, secondo le quali fu regalata dall’artista al suo fedele collaboratore, Francesco d’Amadori, meglio noto come “l’Urbino”. Il suo ritrovamento permette di confrontare oggi, con nuova chiarezza, i dipinti della Crocefissione realizzati da Venusti dai disegni di Michelangelo, con i dipinti nati sotto la supervisione del maestro o con il suo contributo. Fra questi il più interessante, impostosi negli ultimi anni all’attenzione degli studi, è il dipinto di Oxford, la Crocefissione Cavalieri, appartenuto infatti fino alla fine del Settecento alla famiglia Cavalieri a Roma. Strettamente legato a questo è la Pietà di Ragusa, di recente ricondotto alla responsabilità dello stesso Michelangelo. Del dipinto Cavalieri, in particolare, si analizza un gruppo di impronte sigillari inedite (quella pubblicata nel 1961 non trova corrispondenza sul retro della tavola), in relazione alla storia collezionistica della famiglia. Infine, il testo fa il punto anche su un’altra Crocefissione in passato attribuita a Michelangelo, oggi dispersa, ma presente a Napoli fino alla fine del Settecento, nel Quarto del Priore della Certosa di San Martino. Partendo dall’accurata ricerca che ha di recente ricostruito le vicende collezionistiche anche di questo dipinto, si sgombra definitivamente il campo dagli equivoci che in passato hanno intrecciato le sue sorti a quella Cavalieri.

New developments for the painting of the Crucifixion from drawings by Michelangelo:
A new copy, the Amadori Crucifixion, and some clarifications on the Cavalieri Crucifixion

The essay analyzes two paintings depicting the
Crucifixion with the Madonna and St. John that originated from Michelangelo’s drawings for Vittoria Colonna and “spiritual” friends, taking account of the current debate over the nature of the artist’s gifts (whether drawn or painted) to his poetess friend. In particular, it deals with a new Crucifixion (private collection), first published in 2015, all traces of which were lost, and the recent proposal to identify it with the Amadori painting created by Marcello Venusti from Michelangelo’s drawings. Knowledge of the work came from its documentation by first hand sources recording its donation by the artist to his faithful collaborator, Francesco d’Amadori, better known as “l’Urbino”. Its rediscovery now enables us to compare, with unprecedented clarity, the paintings of the Crucifixion produced by Venusti from drawings by Michelangelo, with those paintings made under the direct supervision of the master or with his contribution. The most interesting among these, and one that in recent years has attracted the attention of scholars, is the Cavalieri Crucifixion in Oxford, a painting that belonged to the Cavalieri family in Rome until the end of the eighteenth century. Closely related to this work is the Ragusa Pietà, which has recently been reclaimed as part of the oeuvre of Michelangelo himself. Regarding the Cavalieri painting, in particular a group of unpublished impressed wax seals (the one published in 1961 does not find correspondence with the reverse of the panel) is analyzed in relation to the collecting history of the family. Finally, the essay takes account of another Crucifixion attributed in the past to Michelangelo, now lost, but which was present in Naples till the end of the eighteenth century in the Quarto del Priore della Certosa di San Martino. On the basis of recent meticulous research reconstructing the painting’s provenance, the field is finally cleared from the misunderstandings that in the past have intertwined its fate with that of the Cavalieri family.