Roberta Porfiri: Nel “laboratorio segreto” di Antonio Pomarancio: il restauro della ‘Pentecoste’ di Città della Pieve e una tela inedita a Narni. Prassi e critica (Estratto dal fascicolo 26)

    

L’intervento di restauro e la preliminare campagna diagnostica promossi dalla Soprintendenza dell’Umbria per il recupero della tela della Pentecoste di Antonio Circignani detto Pomarancio (1568 – 1629) del Santuario della Madonna di Fatima di Città della Pieve hanno permesso di penetrare nel magma del processo ideativo ed esecutivo dell’opera e ricucire il senso della stratificata storicità del manufatto. Nel corso del restauro sono emersi alcuni caratteri tipici dello stile del pittore, in primis la forza timbrica e la brillante intensità dei colori, coperti da uno strato cromatico più cupo e sordo di successive ridipinture.
Un ulteriore affondo conoscitivo sulla feconda attività svolta da Antonio Pomarancio in Umbria è inoltre offerto da un interessante confronto con una tela inedita rappresentante l’Immacolata Concezione conservata nella sacrestia della Cattedrale di Narni. L’opera, che si propone di aggiungere al catalogo del pittore, condivide infatti con la tela di Città della Pieve  - ma anche con altri dipinti del territorio come la pala d’altare della chiesa di Sant’Agostino ad Amelia - non pochi elementi formali sia nella resa dei volumi che nelle scelte cromatiche.


In Antonio Pomarancio’s “secret laboratory”: the restoration of the ‘Pentecost’ of Città della Pieve and a previously unpublished canvas
in Narni: praxis and criticism


The restoration and preliminary diagnostic campaign promoted by the Soprintendenza dell’Umbria for the recovery of the canvas with the Pentecost by Antonio Circignani Pomarancio (1568–1629) in the Santuario della Madonna di Fatima in Città della Pieve have permitted penetration into the magma of the creative and executive processes of the work, and a reconstruction of the sense of its layered historicity. During the restoration several features typical of the artist’s style emerged, in primis the strength of timbre and brilliant intensity of the palette, obscured by a darker, duller stratum resulting from later phases of repainting.
In addition, further advancement for our knowledge of Antonio Pomarancio’s fruitful activity in Umbria is offered by an interesting comparison with a previously unpublished painting, the
Immaculate Conception conserved in the sacristy of the cathedral of Narni. This work, here proposed for insertion in the artist’s oeuvre, indeed shares more than a few formal features with the work in Città della Pieve — as well as with other paintings from the region such as the altarpiece in the church of Sant’Agostino in Amelia —, including both the rendering of volumes and the choice of colors.