Antonio Russo: Francesco Barberini e la «restauratione» del Triclinio Leoniano: il cantiere e un progetto inedito (Estratto dal fascicolo 24)

    

Poco dopo l’assunzione della porpora, conferitagli nel 1623 dallo zio Urbano VIII, Francesco Barberini si fece promotore del recupero di ciò che rimaneva del cosiddetto Triclinio Leoniano, l’antica aula triconca del Patriarchio lateranense costruita sotto papa Leone III la quale, già in disuso da tempo, era stata quasi completamente atterrata negli anni del pontificato di Sisto V.
Della sala, infatti, si conservava esclusivamente l’abside principale e parzialmente le decorazioni musive della calotta sommitale, come viene tramandato dall’incisione raffigurante il rudere inserita nel noto libretto di Nicolò Alemanni del 1625 De Lateranensibus Parietinis …, pubblicato in occasione dei lavori fatti eseguire dal cardinale all’antica costruzione.
Le implicazioni teologiche-politiche connesse al recupero della vestigia leoniana, come pure l’attenzione del cardinale nei riguardi dell’antiquaria cristiana, sono state oggetto di approfonditi studi. Tuttavia un’ulteriore indagine scaturisce dall’analisi di nuovi dati documentari tratti dalle Giustificazioni dell’Archivio Barberini conservate alla Biblioteca Apostolica Vaticana, utili a definire l’apporto di Filippo Breccioli e di Carlo Maderno al progetto realizzato, e a chiarire quello di Mario Arconio, cui è sostanzialmente riferito l’intervento di recupero raffigurato in un’altra incisione pubblicata nel suddetto libro.
In aggiunta, il riconoscimento di un progetto irrealizzato per l’incorniciatura dell’antica abside, conservato alla Biblioteca Marucelliana di Firenze, da riferirsi ai primi due architetti citati, informa su una fase ideativa precedente alla soluzione adottata, lasciando spazio a nuove considerazioni sulle originarie intenzioni sottese all’operazione di recupero.

 

Francesco Barberini and the «Restauratione» of the Triclinio Leoniano: The Construction Site and an Innovative Project

Shortly after assuming the cardinalship conferred on him in 1623 by his uncle pope Urban VIII, Francesco Barberini commissioned the restoration of the ruins of the so–called Triclinio Leoniano, the ancient, triple–apsed hall of the Lateran Patriarchate constructed under pope Leo III that, already in disuse for many years, had almost been completely demolished during the pontificate of Sixtus V.
The only portion of the hall that remained standing was in fact the main apse and a part of the mosaic decoration of the semi–dome, as recorded in the engraving representing the ruin in Nicolò Alemanni’s well–known book, De Lateranensibus Parietinis … (1625), published on the occasion of the restoration work commissioned by the cardinal for the ancient structure.
The theological and political implications tied to the recovery of the Leonian ruin, as well as the attention of the cardinal to Early Christian antiquities, have already been the subject of extensive study. Further analysis, however, has here been triggered by the discovery of new documentary data found in the Giustificazioni in the Barberini Archives conserved in the Vatican Library. This data has proven useful for defining the contributions of Filippo Breccioli and Carlo Maderno to the executed project, and for clarifying the role of Mario Arconio, to whom renovations shown in another illustration in the aforementioned book are in large part attributed.
Additionally, recognition of an unrealized project for the framing of the ancient apse conserved in the Biblioteca Marucelliana in Florence, referable to the first two architects, informs us of an earlier ideational phase precedent to the adopted solution, leaving room for new considerations on the original intentions behind the recovery operation.